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A Vienna sulle tracce della Principessa Sissi – di Patrizia Simeone

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Quando si parla di Vienna immediatamente le nostre menti elaborano immagini fiabesche nelle quali prendono forma i contorni di maestosi palazzi imperiali all’interno dei quali in  immensi saloni riccamente arredati ed adornati da specchi dorati e scintillanti lampadari, si individuano bellissime coppie principesche che in abiti raffinati volteggiano elegantemente al suono delle famose e melodiose note dei valzer di Johann Strauss.  Questa è la magia che Vienna evoca ed è stata proprio quella che abbiamo desiderato ricercare in occasione della nostra visita alla città ripercorrendo soprattutto i luoghi e la storia della bellissima Principessa Elisabetta – imperatrice d’Austria e regina d’Ungheria più nota con il nomignolo di Sissi – figura assai misteriosa e probabilmente resa ancora più famosa per le diverse rappresentazioni cinematografiche relative al suo personaggio. In questa nostra esperienza la città, molto generosamente, ha donato il meglio di sé offrendosi nel suo più completo splendore a cominciare dall’affascinante centro storico nel quale abbiamo respirato pienamente quell’atmosfera così unica e ancora tanto ricca dei fasti del suo glorioso passato. Ed è stato proprio da questo luogo, cui l’UNESCO ha reso omaggio inserendolo nel patrimonio dell’Umanità, che abbiamo dato avvio al nostro ideale percorso alla ricerca dell’affascinante mondo della bellissima principessa. Abbiamo mosso i primi passi lungo il Graben, cuore cittadino riconosciuto unanimemente come uno dei posti più belli di Vienna, nel quale si è intrecciata e collocata la storia dell’intera città. Su di un lato di questo ampio slargo si erge l’imponente Duomo di Santo Stefano, in tedesco: Stephansdom, che con la sua impressionante mole sovrasta tutto ciò che lo circonda rendendo minuscolo l’intreccio di viuzze, vicoletti e cortili vari di impianto medievale che si dipanano nelle aree al suo intorno. Tale splendida struttura ha avuto per secoli un ruolo centrale nella storia degli Asburgo essendo stata la chiesa ufficiale della casa reale per le occasioni più speciali quali la celebrazione dei fastosi matrimoni degli imperatori e dei principi d’Austria oppure per il battesimo dei loro figli; al suo interno in monumentali sepolcri sono conservate le spoglie di eminenti esponenti di corte, tra i quali risalta l’imponente tomba in marmo rosso dell’imperatore Federico III. Il Duomo con la sua altera facciata in cui predominano i colori del grigio viene considerato uno dei più importanti esempi di architettura gotica dell’Europa centrale, oltre che simbolo per eccellenza della città e la sua straordinaria mole comprende anche un’elegante torre gugliata, chiamata familiarmente Steffl, alta ben 137 metri che probabilmente avrebbe dovuto avere una struttura gemella sul lato opposto ma una leggenda narra che questa non fu mai terminata a causa di un problema del suo costruttore con il demonio. L’aspetto spettacolare del complesso è costituito dallo splendido tetto – il più elaborato e decorato del mondo cristiano  – arditamente spiovente e completamente rivestito da tegole di maiolica smaltate, pare ve ne siano circa 250.000, che grazie alle diverse combinazioni di colori formano magnifici disegni geometrici al cui interno troneggiano gli stemmi dell’Austria, di Vienna e degli Asburgo.
Mentre rendevamo doverosamente omaggio al nucleo centrale della città, ci siamo lasciati blandire da una splendida pasticceria che esponeva in vetrina un tripudio di golosità  dagli aspetti più vari, tra le quali troneggiava la torta Sacher cui è stato davvero impossibile resistere; abbiamo così gustato un’eccellente porzione della torta nazionale accompagna da una deliziosa cioccolata calda in un ambiente raffinato e con servizio impeccabile. Quella sosta golosa ha prodotto su di noi un benefico effetto che ha contribuito ad accrescere le attese delle nostre successive visite che, in tutta sincerità, comprendevano anche una discreta dose di frivolezza poiché era forte il nostro desiderio di sbirciare negli ambienti di corte alla ricerca di segreti o pettegolezzi. Ci siamo quindi dedicati alla visita dei grandi palazzi imperiali ove ha vissuto la Principessa Sissi, straordinario personaggio divenuta una icona mondiale anche grazie alla magnifica interpretazione di Romy Schneider nelle sue vesti. Abbiamo così visitato il fiero e maestoso palazzo dell’Hofburg, cuore pulsante dell’impero asburgico, fra le cui mura si sono intrecciate le storie della famiglia degli Asburgo e nei cui ambienti per un certo periodo sono state decise le sorti di tutta l’Europa. L’imponente complesso, oggi destinato a residenza del Presidente federale austriaco, si presenta al visitatore privo di una propria unità architettonica in quanto è composto da una serie di edifici apparentemente disposti senza ordine e con stili più vari sui quali, tuttavia, primeggiano il barocco e il neoclassico. Abbiamo, poi, dedicato la nostra attenzione al castello di Schönbrunn, ex residenza estiva della famiglia imperiale, uno dei più bei complessi barocchi d’Europa che un tempo si stagliava isolato nella campagna che circondava la città mentre oggi è inglobato nella grande Vienna.
E dalla visita di questi straordinari luoghi ricchissimi dei magnifici tesori, gioielli ed abiti appartenuti alla principessa, attraverso i diversi racconti sulla sua figura, abbiamo appreso una verità davvero sorprendente, scoprendo, cioè, quanto netta fosse la distinzione tra l’immagine pubblica dell’imperatrice e la sua vita privata che non contemplava affatto il paradigma fiabesco “…e vissero felici e contenti…” così tanto sottolineato nella trasposizione cinematografica. L’imperatrice d’Austria era un personaggio tanto affascinante quanto misterioso, dotata di una complessa e poliedrica personalità che non le permise mai di essere davvero felice e forse ancor meno nelle vesti regali. Dai suoi scritti emergono infatti informazioni inequivocabili sulla sua condizione di regina triste: essa definiva Hofburg «una prigione dorata» e con riferimento al matrimonio diceva: «Il matrimonio è un’istituzione insensata. Ti vendono, bambina di quindici anni, e fai un giuramento che non comprendi e che non puoi sciogliere mai più».
La principessa, a dispetto dei numerosi luoghi comuni, conduceva una vita molto solitaria, spesso lontana dal marito, trascorreva gran parte del suo tempo occupandosi di se stessa; aveva, infatti, una cura maniacale per i suoi lunghissimi capelli, era molto attenta alla sua linea per la quale seguiva diete particolarmente rigide ed alla tonicità del suo corpo praticando quotidianamente una impegnativa attività fisica; nella sua camera da letto al Castello di Schönbrunn è possibile ancora vedere degli antesignani attrezzi ginnici del tutto inusuali per le donne dell’epoca ed ancor meno per i membri femminili di casa reale. Nel corso della sua esistenza, la principessa divenne sempre più cupa e malinconica, oppressa dal rigido cerimoniale che vigeva a corte ulteriormente appesantito dalla totale mancanza di privacy, poiché ogni sua azione veniva strettamente controllata. La triste principessa iniziò a soffrire di insonnia, di depressione, di attacchi di ansia ma soprattutto di anoressia essendo esasperata da un personalissimo concetto di bellezza in netto contrasto con in canoni dell’epoca che prevedevano dame dalle curve assai morbide. In tale stato di fragilità fisica e psicologica la principessa non volle più apparire in pubblico ed iniziò a viaggiare alla ricerca di qualcosa che non riuscì mai a trovare: una felicità ed una stabilità interiore che fu destinata a non possedere mai. Minata da una condizione di salute precaria, andando avanti negli anni, la principessa cominciò ad essere ossessionata dalla paura di invecchiare e di perdere la sua bellezza, per cui si chiuse sempre più in se stessa rifiutando i contatti con il mondo esterno; i ritratti di quell’epoca rappresentano il volto di una donna estremamente seria e cupa senza alcuna traccia di sorriso o di serenità sul suo viso. Abbiamo lasciato il meraviglioso castello piuttosto rattristati poiché quella visita aveva irrimediabilmente incrinato l’immagine di una delle principesse più celebrate in Europa ed inevitabilmente i nostri pensieri sono andati verso la storia di un’altra principessa, più vicina ai nostri tempi, che anch’essa probabilmente deve aver vissuto in una bolla di infelicità e di tristezza e la cui vita ha avuto un epilogo assai tragico.

Per saperne di più:
http://www.wien.info/it
http://www.austria.info/it/regioni-e-capoluoghi/vienna

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