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Granada: profumi arabi in Europa di Patrizia Simeone

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Poiché riteniamo che in genere i detti popolari serbino un fondo di verità abbiamo desiderato sperimentare personalmente quell’andante di origine andalusa che recita “chi non ha visto Granada, non ha visto nulla” – in spagnolo „Quien no ha visto Granada, no ha visto nada“ e dopo la nostra visita non possiamo che confermare quanto sia meravigliosa questa città così intrisa di una sua speciale bellezza  declinata in variegati aspetti: la collocazione geografica, il clima, la vivacità dei giovani, i quartieri storici, il profumo di spezie esotiche ma soprattutto i suoi splendidi monumenti che conferiscono al luogo un fascino davvero unico.
Il territorio sul quale sorge oggi la città di Granada fu occupato nel 711 da un esercito di mori provenienti dal nord Africa che si insediò su una vasta area del sud della Spagna con un dominio che durò per ben sette secoli. Durante il dominio arabo, Granada visse un periodo di grande splendore trasformandosi in una fiorente capitale ed una delle maggiori città commerciali del paese il cui benessere culminò nel XIII° secolo con la dinastia iniziata da Yusuf ibn Nasr, più semplicemente dinastia Nasride che diede alla città ben venti sultani fino alla data del gennaio 1492 che ne decretò la caduta per mano dei monarchi cattolici, cosiddetti Reyes Católicos. La dinastia Nasride ebbe la capacità di  trasformare la propria capitale in uno dei centri più brillanti dell’intera Spagna rendendola luogo di una vivace e pregnante vita culturale e fu proprio in questo periodo che ebbero inizio i lavori, sulla cima di  un’altura, del magnifico palazzo-fortezza dell’Alhambra e della residenza estiva, il Generalife, rappresentanti il più elevato esempio di arte ed architettura della civiltà islamica in Spagna. Tale meraviglioso e leggendario  complesso dell’Alhambra, nel novembre del 1984 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Culturale dell’Umanità, congiuntamente ad altri straordinari luoghi cittadini, quali i giardini del Generalife e l’Albayzin.
Abbiamo raggiunto il sito palaziale inerpicandoci con una piacevole passeggiata lungo la via che dal centro cittadino si dipana fino alla collina Sabika che in origine ospitava una cittadella fortificata chiamata  al-qala’ al-hamra – castello rosso nome probabilmente derivante dal colore rossastro dei mattoni con i quali furono edificate le mura esterne –  che soltanto sotto il regno degli emiri arabi si trasformò nel suggestivo complesso di splendidi palazzi fra i quali si aprono bellissimi cortili, rigogliosi giardini e fontane con magnifici e rilassanti giochi d’acqua. Per poter accedere all’area ci eravamo premurati di acquistare, con un discreto margine di anticipo, i biglietti mediante il sito internet ufficiale, cosa peraltro caldamente consigliata  prestando  peraltro attenzione agli orari di accesso ad alcuni palazzi, che sono tassativi. Appena varcato l’ingresso abbiamo avuto la consapevolezza di travalicare  la soglia di una mondo completamente diverso da quello cittadino, all’interno di quelle austere mura quasi come per incanto abbiamo fatto un tuffo nella cultura araba trovandoci di fronte ad un mondo in cui ogni particolare si collocava in un complesso scenario che recava un’essenza di perfetto equilibrio tra eleganza, armonia e benessere.
La visita è cominciata dal sito che era centro di difesa e sorveglianza, la Alcazaba dall’arabo al-Qaṣaba, che rappresenta la parte più antica del complesso; qui attraverso una  stretta scala a chiocciola ci siamo arrampicati in cima alla Torre della Vela  dalla quale abbiamo goduto dello splendido panorama della città ed una volta ridiscesi ci siamo rinfrancati nello stupendo giardino, Jardín de los Adarves. Ci siamo poi dedicati alla visita dei magnifici Palazzi Nasridi, costituiti da un complesso di edifici alcuni dei quali con funzioni amministrative ed altri destinati ad un uso privato dei sultani e delle loro famiglie.
Di tutte le meraviglie che abbiamo goduto ci risulta quasi impossibile riproporne una puntuale e dettagliata descrizione senza rischiare di sminuire o di non render adeguato omaggio alla loro magistrale bellezza e proprio con tale consapevolezza riportiamo soltanto un piccolo assaggio della nostra meravigliosa esperienza.
Abbiamo ad esempio ammirato la sala chiamata Mexuar destinata alle udienze e all’amministrazione della giustizia le cui pareti sono rivestite di decorazioni assolutamente straordinarie; una curiosità di questa sala è data dal fatto che al suo interno ospita un locale sopraelevato protetto da finestrelle dal quale il sultano, senza essere visto, poteva ascoltare i convenuti. Abbiamo poi raggiunto il  Palacio de Comares il cui nome deriva dal fatto che le camere e le finestre anticamente fossero chiuse da ante di legno e vetrate colorate, chiamate cumarias; in questo magnifico luogo abbiamo potuto ammirare uno strabiliante gioco di archi e di decorazioni simili a finissimi ricami, forse tra le più belle di tutta l’Alhambra. Ci siamo poi deliziati ammirando una sala che deve il suo nome al fatto che la volta interna riporta una decorazione ad alveoli tipica islamica, detta muqarnas;  da qui siamo passati ad un incantevole cortile interno circondato da un colonnato al cui centro è collocata una  fontana di marmo, Fuente de los Leones, sorretta da leoni posti a raggiera attorno alla fontana stessa, il tutto di un impatto visivo strabiliante. La conoscenza del sito è continuata dedicandoci ad un altro gioiello della collina, il Generalife, in arabo Jannat al-‘Arif, realizzato come residenza estiva, quasi un’oasi di pace e di relax dei sultani Nasridi. Qui la parte più interessante è costituita dai curatissimi giardini ricchissimi di aiuole, siepi sagomate in varie fogge, fiori colorati, padiglioni ma soprattutto di numerosi corsi d’acqua e piscine con fontane zampillanti nelle quali è meraviglioso ammirare il magico riflesso degli imponenti ed eleganti edifici.
Una volta terminata la visita, ridiscendendo la collina ci siamo indirizzati verso il bellissimo e suggestivo quartiere Albaycin, anch’esso risalente al periodo della dominazione islamica ed il più antico della città. In questo luogo affascinante che serba ad ogni angolo piacevolissime sorprese, abbiamo perso la cognizione del tempo passeggiando fra un labirinto di ripide e tortuose stradine che a tratti si aprivano su scorci di cortiletti e spazi incantevoli in cui si respirava un’aria tipicamente araba. In uno dei suoi vicoletti con pavimento di acciottolato, la Caldereria Nueva, detto anche la via del te, abbiamo goduto di una piacevole sosta in una caratteristica teteria in stile moresco. Dopo esserci rifocillati con un profumatissimo te alla menta e gustosi dolcetti al miele abbiamo ripreso la camminata in salita fino a raggiungere il Mirador di San Nicolas. Appena giunti in questa bellissima e spettacolare piazzetta, la fatica della salita si è immediatamente sciolta dinanzi alla vista panoramica da mozzare il fiato; abbiamo spaziato con lo sguardo sull’intero quartiere ma soprattutto sulla mura della fortezza dell’Alhambra arroccata sulla collina di fronte, considerando quasi impensabile che in quelle anonime mura fossero racchiusi e conservati tesori di tale incredibile  pregio artistico ed architettonico.
La giornata si è conclusa immergendoci in quella che è la componente essenziale della cultura spagnola: la visita di diversi locali di tapas. In questi festosi e simpatici ambienti gustando le specialità locali abbiamo programmato le visite per il giorno successivo alla scoperta di altri tesori che questa splendida città aveva in serbo per noi.

Per saperne di più:

www.turgranada.es
www.ticketmaster.es, sito ufficiale per l’acquisto dei biglietti di ingresso dell’Alhambra.

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