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Albania: un mix di culture, tradizioni e religioni in un unico Paese

Piramide-Tirana

Piramide-Tirana
di Laura Landi – ph: Marco Panseri

Dall’Italia solitamente si attraversa l’Adriatico per recarsi in luoghi vicini, ricchi di cultura, intrisi di storia e, perché no, con un mare fantastico. La mente ci porta a pensare alla Grecia o magari alla Croazia. Noi vi portiamo in un paese turisticamente giovane ma dalle grandi potenzialita: l’Albania.
Scegliere come destinazione del proprio viaggio l’Albania può sembrare insolito. In realtà ci si prepara a un viaggio in cui ci si immerge nella storia di un popolo molto vicino a noi, desideroso di mostrare le bellezze della sua terra e molto ospitale.
Questo itinerario di viaggio è circolare e percorre l’Albania da nord a sud e poi ancora verso nord toccando alcune città salienti del Paese e le sue coste più belle.
Si parte da Scutari (Shkodër in albanese), affacciata sul lago omonimo: uno specchio d’acqua balneabile che si estende in parte anche nel vicino Montenegro e che costituisce il lago più grande della penisola balcanica. Scutari è poco distante dalla costa e, verso est, dalle Alpi albanesi e questo rende la cittadina un punto strategico dove soggiornare per dedicarsi ad escursioni in montagna o al mare. Una delle attrattive da non perdere di Scutari è il castello Rozafa. Posto su una collina, permette con un solo sguardo di racchiudere l’intera città. Tra le sue mura custodisce la storia più antica del luogo: venne infatti fondato nel IV secolo a.C. e vide pertanto il succedersi delle popolazioni che occuparono la città: dagli Illiri, ai romani, dagli slavi agli ottomani.

Tirana-Piazza-Skandenberg Castello
Percorrendo circa 100 km verso sud si arriva a Tirana (Tiranë in albanese), la capitale dell’Albania. Tirana è una città profondamente segnata dalla sua storia: è stata fondata nel periodo bizantino (circa 600), di cui conserva molto poco oggigiorno e venne poi occupata nel XV secolo dai turchi ottomani dopo una lunga resistenza condotta soprattutto da Giorgio Castriota Skanderbeg, eroe nazionale venerato da tutto il popolo albanese e a cui è stata dedicata la piazza principale di Tirana. Tirana viene successivamente occupata dagli italiani e di questo periodo la città conserva eleganti edifici in stile liberty. Nel 1945 inizia nel Paese la dittatura comunista di Enver Hoxha che influenza fortemente la città stessa: fu lui infatti a voler disseminare la città di bunker per la difesa del popolo, che ancora oggi si osservano e costituiscono una vera peculiarità di Tirana. Con la caduta del comunismo e il nuovo millennio Tirana si apre alla modernità, anche se si nota facilmente come il centro cittadino sia caratterizzato da palazzi presidenziali, ampie piazze e larghe strade pulite mentre nella periferia si conservino ancora umili case sorte in strette strade secondarie.
A Tirana si deve assolutamente visitare Piazza Skanderberg (Sheshi Skenderbej in albanese), caratterizzata dalla moschea di Ethem Bej, dalla grande torre dell’orologio e dalla statua dell’eroe albanese Skanderberg. Tra i numerosi musei della città si consiglia inoltre il Museo Nazionale di storia, il più importante dell’Albania, riconoscibile dal grande mosaico sulla sua facciata rappresentante il popolo albanese nella storia. Caratteristica anche Piramida, una grande piramide nata come museo dedicato al dittatore albanese Enver Hoxha, venne poi trasformata in centro culturale e sociale giovanile. Infine, per avere una bella panoramica su tutta la città e anche oltre, verso il Monte Dajti, salite al Castello di Tirana (Kalaja e Tiranës), di epoca bizantina-medievale.

Lasciata l’affascinante capitale albanese, percorrete altri 100 km verso sud, in direzione Berat, una bella cittadina dell’entroterra sviluppatasi su una collina rocciosa. Iscritta nella lista dell’Unesco come patrimonio dell’Umanità per essere un raro esempio di città ottomana ben conservata, permette di trascorrere una giornata magica tra le viuzze dei quartieri Mangalem e Goriza, sulla cima dell’antico castello, nel museo Onofri, lungo la riva del fiume Osum e lungo i sentieri del monte di Tomorr.
Forse è un po’ stereotipato, ma procedendo verso sud si incontra una maggiore apertura della popolazione verso il visitatore, un’ospitalità calorosa che permette, a chi volesse conoscere meglio gli usi locali, di soggiornare per un giorno o due a casa di una famiglia albanese. In fondo Kanun, il codice d’onore albanese, recita in merito all’ospitalità: “La casa di un albanese è di Dio e dell’ospite”.
Dopo questo tuffo nella cultura e nella storia di alcune città dell’entroterra, sarete pronti per un tuffo nel blu del Mare Adriatico e Ionio. Il consiglio è di trascorrere qualche giorno a Saranda (Sarandë in albanese), proprio di fronte all’isola di Corfù. Poco più a sud della città, sempre lungo la costa, vi è il Parco Nazionale Butrint (patrimonio dell’Umanità secondo l’Unesco), poco distante dalla cittadina marittima Ksamil. Il mare in questa zona è stupendo e sono numerosi anche i divertimenti serali.
Giunti a sud dell’Albania, molto vicini alla Grecia, non resta che risalire, per concludere l’itinerario circolare del Paese, visitando altre due località: Himara (Himarë,in albanese), altra località costiera, e Durazzo.
A Himara il paesaggio è costituito da spiagge inesplorate di sabbia bianca e da colline poco distanti dal mare coltivate con agrumi e olive. Il paesaggio agreste e la splendida costa è un connubio naturalistico perfetto.
A circa 200 km da Himara ecco Durazzo (Durrës in albanese). La città è la seconda più importante dell’Albania, dopo Tirana, grazie soprattutto al suo grande e trafficato porto. Oltre ad essere una località marittima, Durazzo viene visitata per ammirare il grande anfiteatro romano, le sue moschee e per godersi la passeggiata sul lungomare.

Durazzo-piazza Durazzo anfiteatro
Una decina di giorni in Albania permette di percorrere questo o altri interessanti itinerari, ma soprattutto di conoscere un Paese così vicino a noi, ma allo stesso tempo così lontano. Vicino geograficamente e per l’unione che gli albanesi sentono con l’Italia, data dalla nostra passata occupazione in Albania e dalla loro emigrazione in Italia in tempi più recenti (la lingua, pertanto, non rappresenta un ostacolo per la visita del Paese). Ma allo stesso tempo l’Albania è “così lontana” per le vicende storiche che l’hanno caratterizzata, che l’hanno in qualche modo isolata dal resto dell’Europa e per un popolo che, nonostante gli si metta di fronte una spinta impellente alla modernità e alla globalizzazione, si senta molto legato alla sua terra, alla sua storia, ai suoi costumi. Non è quindi inusuale assistere a riunioni di famiglia per le strade, vedere cavalcare sulle strade poco asfaltate motorini carichi di ragazzi, assistere al bucato di famiglia tra le rovine dei castelli delle città. Ma in fondo è anche questo il fascino dell’Albania.  

Per saperne di più:

www.albania.al

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