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L’altra Polinesia: Isola di Pasqua

Moai Rano raraku

Moai Rano raraku

di Giuseppe Venuti  

L’Isola di Pasqua, conosciuta anche come Rapa Nui, con una lunghezza massima di 24 chilometri e una larghezza massima di 13 chilometri, si presenta come eterogeneo avamposto dell’arcipelago delle Isole polinesiane, di cui condivide l’origine vulcanica ed il blu intenso del mare.
Le elevazioni principali che caratterizzano la tipica morfologia dell’isola corrispondono ai coni di tre vulcani spenti, il Rano Kau, il Maunga Puakatiki e il Maunga Terevaka. Quest’ultimo raggiunge un’altezza di 509 metri ed è dunque il punto più elevato di tutta l’isola.
A causa della sua posizione (a quasi 4000 km dalla madrepatria cilena e a circa 1700 km dall’isola più vicina) Rapa Nui è una delle terre più remote e isolate dell’intero pianeta ed è il lembo di terraferma più lontano dalle altre terre emerse.
Questa condizione di estremo isolamento portò gli abitanti di Rapa Nui, preservati per secoli dai contatti con gli altri popoli del Pacifico, a credere di essere gli unici esseri umani sulla faccia della terra fino a quando, il giorno di Pasqua del 1722, il navigatore olandese Jacob Roggeveen sbarcò sulle coste dell’isola, battezzandola appunto con il nome di “Isola di Pasqua”.

Ciò che colpì i primi visitatori e che ancora oggi stupisce chi giunge da turista in questa terra remota e affascinante, furono i giganti di pietra (moai) scolpiti nella roccia del vulcano Ranu Raraku che costellano l’intera isola.
Questi grandi busti, tutt’oggi attrazione principale dell’Isola di Pasqua, secondo gli studi più accreditati rappresenterebbero i capi tribù indigeni ma secondo la credenza popolare il ruolo di questi monumenti permette ai vivi di prendere contatto con il mondo dei morti.

L’Isola può essere visitata tutto l’anno, grazie a un clima subtropicale con temperature medie che si aggirano intorno ai 21 gradi centigradi, con uno sbalzo termico quasi nullo tra una stagione e l’altra ma consigliamo di programmare il viaggio nei mesi di febbraio e marzo, periodo caratterizzato da una quasi totale assenza di precipitazioni.

Priva di barriera corallina, Rapa Nui non è meta del tradizionale turismo esotico ma nelle acque antistanti l’Isola di Pasqua vive una grande colonia di capodogli che possono essere osservati con relativa facilità dai visitatori e rendono questa destinazione particolarmente apprezzata dagli amanti della natura. Da non perdere il trekking alla sommità del cono vulcanico del Rano Kau, dal quale è possibile godere del panorama dell’intera isola, delle sue coste, dei suoi vulcani e del villaggio di Hanga Roa.

L’Isola di Pasqua può essere raggiunta con voli di linea esclusivamente dal Cile grazie alla compagnia LAN Airlines. I voli decollano normalmente da Santiago de Cile o,  occasionalmente, da Tahiti con una durata di circa 5 ore di volo.

Nonostante le dimensioni ridotte dell’isola ed il numero di turisti più esiguo rispetto alle altre destinazioni polinesiane, Rapa Nui può vantare un buon numero di alberghi e resort che si collocano in un’ampia fascia di prezzi. Il costo della vita risulta certamente più elevato rispetto a quello sulla terra ferma in Cile, dal momento che tutti i beni presenti sull’isola devono essere importati dalla terra ferma.

Per saperne di più:

A Rapa Nui vivono oggi 3.000 persone, in larghissima parte di origine polinesiana. La quasi totalità dei pasquensi abita Hanga Roa (Baia larga), il capoluogo. L’unico villaggio dotato di un ufficio postale e una banca.

Per ulteriori informazioni:
Camara de turismo – Isla de Pascua
Tel. 0056-32-55.00.55
Email: camarapanui@entelchile.net

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