di Giovanna Fidone
Ci sono dei posti che raccontano la loro storia come Spinalonga. Spinalonga è una piccola isola greca situata di fronte alle coste di Creta. L'isola fu di grande importanza militare ai tempi della Repubblica di Venezia ed è dominato da un imponente fortezza militare situata in posizione strategica all'imbocco del golfo di Mirabello, nella parte orientale ed occupa in realtà l'isolotto di Kalidon, mentre Spinalonga in senso proprio è la penisola vicina più vasta. Ma per tutti Spinalonga è l'isola-fortezza.
Spinalonga non è un’isola naturale, infatti i veneziani hanno ricavato l’isola separandola dall’omonima penisola, per realizzarne una fortezza inespugnabile con cui proteggere le coste cretesi. Infatti, anche dopo la caduta dell’isola sotto la dominazione ottomana, Spinalonga restò un baluardo veneziano per altri quasi 5 lustri.
Nel 1578 i Veneziani incaricarono l'ingegnere Genese Bressani di progettare le fortificazioni dell'isola. L’ingegnere creò diversi fortini nei punti più alti sia del versante settentrionale che di quello meridionale dell'isola, creando così un anello di fortificazioni lungo la costa che precludeva qualsiasi tentativo di sbarco nemico. Nel 1579, il Provveditore Generale di Creta, Luca Michiel, inizio la costruzione del forte sulle rovine di un’antica acropoli. Ci sono due iscrizioni che testimoniano questo evento, uno sulla traversa della porta principale del castello e l'altro sulla base del bastione sul lato nord dello stesso. Nel 1584, i Veneziani, rendendosi conto che le fortificazioni costiere erano facili da colpire per eventuali nemici attaccando dalle colline vicine, decisero di rafforzare ulteriormente le difese con la costruzione di nuove fortificazioni in cima alla collina. Il fuoco veneziano avrebbe quindi avuto un raggio di azione ancora più grande, rendendo Spinalonga una fortezza inespugnabile in mezzo al mare, a guardia del porto di Olous, uno dei più importanti nel bacino del Mediterraneo.
L'isola fu poi trasformata in fortezza ottomana, e tale restò fino all'inizio del XX secolo, quando i Turchi furono a loro volta cacciati da Creta. Fu allora che si decise di sistemarvi le persone colpite dalla lebbra a Creta.
Il lebbrosario, l'ultimo in Europa, si trovava nel forte veneziano, restaurato dai lebbrosi stessi che vissero là dal 1903 al 1957. La comunità contò fino a 300 o 400 membri e comprendeva tutte le figure che si incontravano in qualsiasi villaggio greco, dal barbiere al pope, dal panettiere al medico. Camminare tra quelle vie, immersi nel silenzio, aiuta a fare un salto indietro nel tempo, testimoniato dal piccolo museo con foto dell’epoca e spartani strumenti di cura.
In quell’isola non si andava solo a morire. Si concedeva ad una delle malattie più devastanti la tregua della dignità e la speranza di non essere soli nella sofferenza. Veniva data loro anche una sorta di pensione sociale e cure mediche per lenire le sofferenze.
Se siete interessati a questo spaccato di storia vi consigliamo la lettura del romanzo d'esordio della scrittrice inglese Victoria Hislop, intitolato "L'isola†che racconta la vita sull’isola, in bilico tra la morte e la vita, tra la paura e la speranza.
Oggi l'isola è disabitata, ma resta uno dei principali siti turistici della regione per le sue architetture ancora intatte.. È facilmente accessibile in battello da Agios Nikolaos, in un'ora o due di traversata, da Elounda in un quarto d'ora e da Plaka in cinque minuti. Un tuffo nel passato, in un posto incantevole che ci ricorda quanto siamo in debito con i progressi della medicina.
Per saperne di più:
www.visitgreece.gr
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