di Patrizia Simeone
La visita della città di Las Vegas è risultata un’esperienza davvero molto piacevole, è stato quasi come salire su una giostra in movimento e venire travolti dal vortice dei suoi giri ritrovandoci d’improvviso catapultati in un mondo fantastico e strabiliante. Quando siamo giunti in città, nelle prime ore del pomeriggio, ci è parso di arrivare in un enorme parco dei divertimenti in cui tutto sembrava smisurato, scintillante, eccentrico e forse anche un pochino esagerato ed immediatamente nelle nostre menti sono riemersi ed hanno preso forma tutti i luoghi comuni dell’immaginario collettivo sulla città e riproposti nella stragrande maggioranza degli spot e delle pubblicità del luogo. Qui abbiamo compreso appieno tutti i suoi appellativi: capitale mondiale del divertimento, del lusso, della mondanità, della trasgressione nonché degli sfarzosi e scenografici spettacoli all’interno di teatri ed edifici le cui facciate vengono appositamente ricostruite sui temi dei vari spettacoli. Ma soprattutto, santuario del gioco d’azzardo legalizzato, la città che non dorme mai, dove tutto è possibile e nella quale ogni giorno migliaia e migliaia di accaniti giocatori trascorrono un numero infinito di ore all’interno dei casinò alla ricerca del tanto anelato tocco magico della dea bendata. Sono tutte queste le cose che rendono Las Vegas unica nel suo genere nonché l’espressione massima dell’eccentricità e della sfarzosità in tutte le sue molteplici forme e sfaccettature.
Senza dubbio la peculiarità della città è costituita dalla presenza di una incredibile quantità di alberghi-casinò lungo la sua via principale, la Las Vegas Boulevard, un viale lungo circa 6 chilometri più familiarmente conosciuto come “the Strip”. Il pioniere di questa avventura fu nel 1941 un certo Thomas Hull che aprì sulla via il primo albergo-casinò, all’epoca il più grande della città con le sue 110 camere, seguito nel 1946 dal famoso gangster Benjamin Siegel, faccia d’angelo e poi nel corso degli anni un vorticoso e frenetico susseguirsi di progressive edificazioni ha conferito all’area l’attuale aspetto. Quello cioè con il quale si è presentato ai nostri occhi ed a quelli di tantissimi altri visitatori che, come noi, con aria sbalordita e vagamente trasognata percorrevano la Strip lungo l’ininterrotto susseguirsi di alberghi e megastore dalle dimensioni gigantesche, avvolti da migliaia di tubi al neon e un’infinità di luci colorate ammiccanti ed intermittenti che richiamavano l’attenzione verso le innumerevoli e stravangati attrazioni. L’aspetto spettacolare di tutto questo panorama è che moltissimi alberghi sono ispirati alle maggiori icone mondiali e ripropongono anche sulla facciata, in modo piuttosto eccentrico e forse anche un tantino pacchiano, le immagini rappresentative dell’oggetto di culto prescelto. Ci siamo ritrovati, ad esempio, dinanzi allo skyline della città di New York riproposta dell’omonimo hotel con tanto di Statua della Libertà sulla facciata. Abbiamo poi visitato l’enorme Cesars Palace, un hotel prestigioso e di gran classe dove tutto rievoca la gloria dell’antica Roma essendo disseminato di magnifiche statue mitologiche e bellissime fontane. Dinanzi al Bellagio, un hotel molto raffinato il cui nome è mutuato dalla splendida cittadina sul Lago di Como, siamo rimasti affascinati dallo spettacolo estremamente scenografico che si tiene ogni mezz’ora costituito da morbidi e vibranti zampilli d’acqua che danzano al suono di famose melodie. Nelle nostre passeggiate lungo la Strip, siamo passati con nonchalance dall’antico Egitto, con le piramidi di Luxor, alla frizzante Parigi, con la Tour Eiffel e d’improvviso a Venezia con l’Hotel Venetian - un eccellente tributo all’Italia - nel quale è stata realizzata una fedele ricostruzione dei canali veneziani corredati di gondole e gondolieri vestiti di tutto punto. Ci siamo poi imbattuti nel maestoso albergo MGM Grand basato sul tema di Hollywood che possiede al suo interno, come attrazione per il pubblico, una ricostruzione di habitat della giungla con leoni veri; di seguito siamo stati accolti da un mondo medievale all’Excalibur dove in un’ambientazione fiabesca comprensiva di torri e ponte levatoio, viene riproposta l‘epoca di Re Artù e la saga di Mago Merlino. La nostra serata è trascorsa girovagando anche tra i diversi casinò, alcuni dei quali di misure spropositate, in cui tutto è ricondotto esclusivamente al denaro ed al gioco e dove le migliaia di slot machine, blackjack, poker ed altro ancora venivano prese letteralmente d’assalto. Per ciò che ci ha riguardato non ci siamo lasciati contaminare dalla febbre del gioco e per vivere l’esperienza abbiamo investito soltanto qualche spicciolo di dollaro, peraltro perdendo miseramente.
Al mattino successivo in un contesto totalmente diverso con strade vuote e prive del frastuono e dello scintillio della notte precedente e con marciapiedi quasi deserti ad eccezione di sporadiche figure - molte delle quali recavano ancora in viso i segni di una notte insonne molto probabilmente totalmente dedicata a tentare la fortuna - abbiamo deciso di fare un giro di visita di alcune delle numerose Wedding Chapels cosparse per la città, le famose chiese dove è possibile sposarsi in una notte di follia. Anche questa è stata un’esperienza particolarmente gradevole; ci siamo infatti lasciati accattivare da deliziose Cappelle recanti all’esterno ammiccanti immagini riguardanti l’amore e particolarmente carine. E’ stato molto simpatico visionare le diverse brochure presenti all’ingresso delle chiese che offrivano variegati servizi matrimoniali, dalla limousine ai fiori, dal rinfresco al viaggio di nozze e così via, tutto ovviamente strettamente correlato alla disponibilità di danaro degli sposi, come del resto per tutto ciò che riguarda questa città tanto trasgressiva quanto attraente!
Abbiamo lasciato Las Vegas per godere di una nuova esperienza, anch’essa superlativa, la visita del Grand Canyon. Il Parco nazionale del Grand Canyon è costituito da un’area molto vasta formata da un esteso sistema di canyon uno dei quali è il Grand Canyon - la gola del fiume Colorado - che essendo il più ampio e spettacolare dell’area ha dato il nome all’intero parco. Stiamo parlando di un ecosistema che rappresenta una delle più straordinarie meraviglie naturali del mondo e per tale ragione meritoriamente inserito dall’UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità. La visita del Grand Canyon ci ha lasciato totalmente senza parole, abbiamo goduto di paesaggi affascinanti dinanzi ai quali è divenuto d’obbligo il silenzio per poter assaporare appieno quella profonda sensazione di maestosità e di infinito che solo una tale meraviglia della natura può trasmettere.
Pur avendo visto quegli scenari in una infinità di famosi film western soltanto la loro conoscenza diretta è riuscita a comunicarci l’immensità e la spettacolarità dei suoi panorami di rara bellezza. Con un vento tiepido che scompigliava i capelli e che liberava la mente da ogni pensiero, in armonia con la natura abbiamo goduto intimamente le sensazioni provate nel far correre lo sguardo lungo quel meraviglioso paesaggio dai profili arrotondati e caratterizzato da una gradevole gradazione di colore sui toni del rosso. Ed è stato altrettanto strabiliante passeggiare sul Grand Canyon Skywalk, una sorta di terrazza a forma di ferro di cavallo che si diparte da uno sperone roccioso a strapiombo sul canyon e con il pavimento in vetro trasparente per favorire la visione del paesaggio a diverse centinaia di metri al di sotto della vetrata. Un’esperienza incredibilmente impressionante e francamente vissuta con la costante sensazione di cadere improvvisamente nel vuoto sottostante.
Con un grande dispiacere nel cuore per essere giunti al termine dell’escursione, ci siamo avviati verso l’auto che ci avrebbe condotto verso nuove mete per vivere diverse e forse altrettanto strabilianti esperienze.
Per saperne di più:
http://www.visitusaita.org/
oppure
http://www.nps.gov/grca/index.htm
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