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Pinacoteca dei Maestri Antichi di Dresda – di Patrizia Simeone
ph: Henry Muehlpfordt
Dresda è un’antica città che si sviluppa sulle rive de fiume Elba, geograficamente collocata quasi ai confini con la repubblica Ceca, nella regione tedesca della Sassonia di cui è storica capitale fin dal lontano 1270. Per un lungo periodo la città veniva identificata con l’appellativo “Firenze dell’Elba” grazie alla presenza di numerosi monumenti di notevole valore artistico ed architettonico e ad un meraviglioso centro storico fatto tutto di guglie e tetti frastagliati, che gli aveva meritato l’iscrizione nella lista dei patrimoni dell’umanità da parte dell’UNESCO. Dresda aveva conquistato tale titolo nel 2004 in considerazione della magistrale ricostruzione del centro storico andato completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale; i lavori di recupero furono condotti con estrema precisione tanto è vero che la famosa cupola della Chiesa della Vergine, in tedesco Marienkirche risalente al XVIII secolo, fu ricostruita utilizzando principalmente i detriti della struttura originale recuperati tra le macerie belliche grazie ad un attento e minuzioso lavoro di discernimento dei materiali. La recente decisione dell’amministrazione cittadina di realizzare un viadotto – il Walschlössenbrücke – per favorire il collegamento delle due sponde del fiume Elba decongestionando in tal modo il traffico urbano, ha comportato nel 2009 la cancellazione di Dresda dalla lista World Heritage, primo caso in Europa, poiché l’UNESCO non ha apprezzato l’opera ed ha bollato il collegamento come “disgrazia nazionale”. Non sta a noi attribuire responsabilità o ragioni su una questione che già per lungo tempo ha impegnato le autorità e la popolazione locale, possiamo soltanto rilevare che quel ponte, pur essendo di uno stile architettonico piuttosto moderno, non sembra inficiare l’armonia e la bellezza del centro cittadino ancora così tanto affascinante e piacevole.
Questa splendida città, ex DDR, venne massacrata nel febbraio del 1945 da un terribile bombardamento delle flotte aree britanniche e statunitensi che costituì uno degli eventi più drammatici di tutta la seconda guerra mondiale, il centro storico venne quasi completamente raso al suolo con conseguente paurosa strage di civili, probabilmente il bombardamento con il più alto numero di vittime civili dell’intero periodo bellico. Su tale episodio è quanto mai illuminante la riflessione di uno storico e giornalista britannico, Sir Basil Henry Liddell Hart, che, in un suo saggio del 1996, scriveva: “….. Verso la metà di febbraio (1945) la lontana città di Dresda fu sottoposta, col deliberato intento di seminar strage fra la popolazione civile, ad un micidiale attacco sferrato contro i quartieri del centro, non contro gli stabilimenti o le linee ferroviarie”. La distruzione della città comportò, quasi integralmente la perdita dell’immenso patrimonio artistico ed architettonico della città. Per poter comprendere quanto dovesse essere davvero bella questa città prima delle guerra ci viene in soccorso un prezioso ricordo di un altro storico inglese e attuale Docente all’Università di Oxford, Frederick Taylor che riferiva: « La distruzione di Dresda ha un sapore epico e tragico. Era una città meravigliosa, simbolo dell’umanesimo barocco e di tutto ciò che c’era di più bello in Germania. Allo stesso tempo, conteneva anche il peggio della Germania del periodo nazista……».
Dopo la riunificazione avvenuta del 1990, grazie ad uno sforzo immane e l’impegno di una esorbitante quantità di risorse economiche, Dresda è tornata ad essere un centro artistico e culturale di prim’ordine, un luogo ricolmo di storia, monumenti barocchi ed edifici famosi in tutto il mondo. Ed a noi si è presentata come una città bellissima languidamente adagiata lungo le rive dell’Elba nel quale si specchia il suo incantevole profilo, circondata da una verdeggiante campagna dall’aspetto fiabesco e ricchissima di spazi verdi, giardini e parchi.
I monumenti più prestigiosi della città furono realizzati nel periodo in cui i duchi di Sassonia stabilirono qui il loro regno e si dedicarono all’abbellimento della città che per tale ragione venne chiamata la “Firenze dell’Elba”.
Appena giunti in città, abbiamo dedicato la nostra prima attenzione al monumento emblema per eccellenza della ricostruzione, la Frauenkirche, considerata la più bella chiesa luterana dell’intera Germania che rimase a lungo in rovina probabilmente ad inquietante memoria dell’orrore e della brutalità della guerra. La chiesa originaria fu edificata nella prima metà del 1700 in uno stile molto particolare poiché reinterpretava il barocco italiano in una visione architettonica più in assonanza con l’espressione nordica. L’elegante struttura con la sua splendida cupola alta ben 96 metri conferì alla città dell’epoca uno straordinario profilo immortalato nel 1747 da un eccelso artista, Bernardo Bellotto nipote del Canaletto, raffigurandolo magistralmente nella tela “Piazza del mercato nuovo a Dresda”, custodita nel museo cittadino.
Abbiamo poi girovagato nelle vie del centro ammirando le straordinarie architetture del paesaggio urbano fino ad approdare al meraviglioso castello barocco, lo Zwinger, che tradotto significa “fortificazione intramurale” oppure “castello concentrico”, che fu realizzato agli inizi del XVIII secolo all’epoca di Augusto il Forte e rappresenta uno degli esempi più grandiosi del barocco in Germania ed in quanto tale assolutamente meritevole di una visita. Detto complesso a buon diritto costituisce l’attrazione principale della capitale della Sassonia soprattutto perché sede della straordinaria Gemäldegalerie Alte Meister, Pinacoteca dei Maestri Antichi, reputata uno dei più importanti e prestigiosi musei al mondo potendosi fregiare di una collezione che comprende oltre duemila dipinti ed un certo numero di incisioni, tutti davvero molto preziosi. L’imponente patrimonio dell’attuale pinacoteca trae le sue origini dalla grande passione per la pittura dei principi di Sassonia che, per esclusivo diletto personale, già dal Cinquecento iniziarono ad acquisire opere d’arte e nel corso del tempo continuarono ad incrementare il loro patrimonio. In taluni casi ciò avvenne in modo del tutto illegale come accadde ad esempio attorno al 1720, epoca in cui Federico Augusto I si appropriò delle bellissime tele opera di Rembrandt – “Ritratto di un uomo barbuto col berretto nero” (1657, conosciuto anche come “Ritratto di un rabbino”) e “Ritratto di un uomo dal cappello decorato di perle” (1667), che originariamente si trovavano nella collezione del Castello Reale di Varsavia, essendo egli anche re di Polonia. Successivamente e più precisamente nel 1745 la collezione fu arricchita dai 100 migliori pezzi della collezione del Duca di Modena. Qualche anno dopo, in considerazione della quantità dei capolavori posseduti, i Principi sassoni decisero di aprire un’esposizione al pubblico e ciò fece sì che la collezione iniziò ad avere una certa risonanza in tutta Europa con conseguente afflusso a Dresda di dipinti provenienti dai più importanti ambienti culturali dell’epoca.
In occasione della nostra visita abbiamo potuto godere di opere straordinarie di maestri olandesi tedeschi, francesi, spagnoli e fiamminghi del XVII secolo. Ma con immenso orgoglio abbiamo ammirato, rimanendone estasiati, una delle opere più prestigiose dell’intera pinacoteca, la “Madonna Sistina” di Raffaello presente in questo museo da oltre 250 anni e considerato il dipinto maggiormente apprezzato dai numerosi visitatori. La tela fu realizzata tra il 1512 e il 1513 per decorare la tomba di Papa Giulio II e conservata nel Convento di san Sisto a Piacenza; successivamente i monaci la donarono ad Augusto III di Sassonia che la portò a Dresda destando l’ammirazione di illustri personaggi tra i quali anche Dostoevskij che la citò nel suo romanzo “I demoni”. Il museo espone inoltre grandi opere di altri eccellenti artisti italiani tra i quali campeggiano Mantegna, Veronese, Tintoretto, Antonello da Messina, Giorgione, Tiziano solo per citarne alcuni. Nella nostra descrizione, intenzionalmente abbiamo offerto soltanto un piccolissimo assaggio delle meraviglie e dello splendore artistico del museo e ciò perché ci piacerebbe pensare di poter aprire un varco di curiosità negli appassionati di arte affinché siano indotti a programmare un’irrinunciabile visita ad una delle pinacoteche più ricche e preziose al mondo.
Per saperne di più:
www.dresden.de
http://www.skd.museum/languages/it
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