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Salamanca: una passeggiata nel sapere – di Patrizia Simeone

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Siamo giunti a Salamanca in una meraviglioso pomeriggio autunnale in una di quelle giornate in cui il sole avvolge il paesaggio in una morbida luce dorata e trasferisce a tutto ciò che tocca uno straordinario senso di piacevole benessere. In questa magnifica condizione lungo la via che percorrevamo per raggiungere la nostra meta, all’improvviso, si è presentata dinanzi a noi la sagoma della città adagiata sul fianco della collina oltre il fiume Tormes. Il suo profilo elegantemente altero ci ha procurato un’emozione davvero speciale soprattutto per  l’armoniosità della sua composizione fatta di palazzi, chiese, torri e  volumi nel quale troneggiava la possente mole della Cattedrale. Insomma da subito ci siamo innamorati di questa città bellissima cui meritoriamente l’UNESCO ha reso omaggio inserendola sin dal 1988 nel Patrimonio dell’umanità.
Salamanca è famosa nel mondo soprattutto per la sua prestigiosa Università che è la più antica di Spagna e fu fondata nel XIII secolo durante il regno di Alfonso IX di León; rappresenta uno dei migliori esempi d’architettura rinascimentale della Spagna. Viene considerata nel mondo accademico l’indiscusso santuario del sapere e della cultura e tale pregevole consenso richiama nella cittadina moltissimi giovani delle più diverse nazionalità che conferiscono all’ambiente un vivace clima di fermento culturale declinato tuttavia in quella leggera atmosfera di briosità tipica dei giovani. La nostra conoscenza di Salamanca ha avuto inizio dalla Plaza Mayor, un luogo incredibilmente piacevole e sede dei principali accadimenti sociali della città. Stiamo parlando di una vera e propria perla del periodo barocco, realizzata nel XVIII secolo per volontà di Filippo V di Borbone, interamente contenuta all’interno di uno spazio di forma quadrata sul quale si affacciano importanti palazzi con eleganti porticati ad arcate che avvolgono lo sguardo estasiato del visitatore. Uno dei suoi edifici più imponenti è quello sede del Municipio, in spagnolo l’Ayuntamiento, anch’esso in stile barocco, realizzato in una struttura a cinque archi in granito sulla quale svetta il campanile; sulla sua facciata riccamente decorata spiccano anche i medaglioni di importanti re di Spagna. La piazza ci è risultata molto godibile e ricca di vita soprattutto intorno ai tavolini dei locali presenti lungo l’intero porticato che durante la sera e ancor di più la notte traboccavano di chiacchiere in libertà espresse nei linguaggi e fonemi più diversi, conferendo all’ambiente quella speciale preziosità propria delle contaminazioni culturali.
Tutt’intorno a questo straordinario luogo, attraverso le vie ed i vicoli che da essa si dipartono abbiamo ammirato le altre pregevoli rarità della cittadina che un po’ per volta si sono svelate a noi offrendosi in un susseguirsi di sorprendenti e piacevolissime scoperte.

 
Ci siamo soffermati ammirati dinanzi alla facciata dell’edificio principale dell’Università, le Escuelas Mayores, un capolavoro in arenaria riccamente ornato secondo uno stile tipico della Spagna dei secoli XV e XVI caratterizzato da una lavorazione come quella a filigrana dell’argenteria,  in spagnolo plata e per tale ragione definito plateresco. Con il naso all’insù abbiamo cercato a lungo di individuare in quei fittissimi decori la scultura di una rana accoccolata su un teschio; secondo una tradizione scaramantica diffusa tra gli studenti chi riesce ad individuarne la collocazione avrà una buona sorte nel corso degli studi. Per nostra fortuna non abbiamo più a che fare con le ansie degli esami, perché senza l’aiuto di un gruppo di simpaticissime studentesse non saremmo mai riusciti a capire dove fosse stata sistemata la “ranita” poiché è davvero piccolissima! Sul piazzale antistante l’Università troneggia la statua di Fray Luis de Leon, un illustre accademico e figura centrale della scuola poetica salmantina che fu accusato dal Tribunale dell’Inquisizione per aver tradotto in spagnolo e commentato il Cantico dei Cantici, fu incarcerato nel 1572 dopo aver subito un duro processo durante il quale tenne una strenua difesa della sua innocenza.

 
Il nostro girovagare ci ha poi condotti dinanzi ad un edificio unico nel suo genere, la Casa de las Conchas, letteralmente Casa delle conchiglie, realizzata verso la fine del 1500  per volontà di Rodrigo Maldonado, un cavaliere dell’Ordine di Santiago che la volle decorata con il simbolo dei pellegrini di Santiago di Compostela ed infatti sulla facciata dell’edificio di conchiglie ve ne sono addirittura più di 300. Stavamo godendo di una condizione davvero gradevole per la bellezza di quei luoghi quando d’improvviso i nostri occhi sono stati catturati da un riverbero di luce vagamente magico che conferiva agli antichi edifici e palazzi uno straordinario colore dorato; tutto questo era dovuto alla caratteristica del materiale di rivestimento dei palazzi, la pietra di Villamayor, che ossidandosi al tramonto “assume il colore ardente dell’oro vecchio. Quando il sole tramonta è una festa per gli occhi”, secondo una felice espressione di Miguel de Unamuno,  uno dei più grandi intellettuali del XX secolo, grande scrittore e filosofo spagnolo di origine basca che fu rettore dell’Università di Salamanca. Un personaggio davvero straordinario del quale, tra le altre tante memorie, è rimasto il famoso discorso tenuto nell’aula magna dell’Università di Salamanca – nell’ottobre del 1936 in occasione dell’apertura dell’anno accademico coincidente con la Festa della razza – in cui, rivolgendosi al regime di Franco, affermò: “Voi vincerete perché avete la forza bruta ma non convincerete, perché per convincere dovete persuadere. E per persuadere occorre proprio quello che a voi manca, ragione e diritto alla lotta. Io considero inutile esortarvi a pensare alla Spagna. Ho finito”. Il giorno stesso de Unamuno fu destituito dalla carica di rettore e posto agli arresti domiciliari morendo pochissimo tempo dopo in rassegnata disperazione e solitudine. 
Dietro la Casa de las Conchas si trova l’Università Pontificia fondata nel 1940 da Papa Pio XII per gli studi di teologia. Percorrere questa zona ci ha dato l’impressione di essere stati catapultati nei secoli passati rivivendo le epoche in cui l’area era dominata da palazzi splendidi e traboccanti di storia, arte e cultura. 

   
Verso sera abbiamo voluto integrarci nella vivace vita cittadina condividendo ed apprezzando un’abitudine che i salmantini adorano e cioè gustare le famosissime “tapas” ed i “pinchos”, piccole porzioni di cibo utilizzate come aperitivo o per accompagnare una bibita. Ci siamo quindi diretti verso alcune strade del centro cittadino, fra le quali Gran Via, San Justo o Van Dyck che alcuni studenti ci avevano indicato come luoghi tradizionali per immergersi in questa esperienza gastronomica.  Ed è stata davvero una magnifica opportunità poiché oltre a gustare una varietà di sapori molto diversi e tutti molto interessanti, abbiamo trascorso la serata in un susseguirsi di localini tutti molto carini nei quali ci siamo lasciati trasportare dall’atmosfera un po’ caotica e frenetica in una inarrestabile circolazione tra banconi e tavolini di avventori e camerieri carichi di piattini ricchi di succulente sfiziosità, tra le quali non mancavano mai i gustosissimi chorizo e jamon iberico, prodotti di salumeria specialità del luogo.
A pochi passi dall’Università abbiamo visitato le Cattedrali di Salamanca, il plurale è d’obbligo poiché parliamo di un complesso costituito da due strutture, la Cattedrale Vecchia, in spagnolo Vieja, in stile romanico iniziata nel XII secolo e terminata due secoli dopo e la Cattedrale Nuova, costruita in stile gotico a ridosso della vecchia a partire dal 1513  per volontà di Ferdinando II di Aragona ed anch’essa ultimata più di duecento anni dopo. La Cattedrale Vecchia rappresenta uno dei principali luoghi di culto cattolico della città ed ha come elemento distintivo una torre a forma conica, popolarmente conosciuta come Torre del Gallo. La cattedrale Nuova è adornata sulla facciata da tre archi riccamente decorati e presenta una curiosità, quasi un arcano che attira tantissimi turisti: nella parte bassa del bassorilievo verticale della porta si trova la figura di un astronauta che naviga nello spazio. Dietro ciò che sembrerebbe un mistero degno dei migliori studiosi di ufologia si cela in realtà una spiegazione piuttosto semplice; sembrerebbe, infatti, che quando negli anni ottanta si diede inizio ai lavori di restauro di questa porzione di monumento, la Puerta de Ramos, si decise di inserire nei decori alcuni ricordi del ventesimo secolo, cosicché i restauratori inserirono diverse figure molto originali ma quella che suscita maggiore attenzione è proprio quella dell’astronauta a simboleggiare la modernità dell’era spaziale.
All’uscita della Cattedrale sulla parete dell’edificio di fronte abbiamo notato una lastra marmorea lì collocata in occasione del terzo centenario della morte di Cervantes, che riportava una frase il cui significato pressappoco era che Salamanca fa un incantesimo e fa venir voglia di ritornare a tutto coloro che hanno gustato il piacere di viverci. Abbiamo condiviso appieno il senso di quanto scritto nella targa perché la città è davvero molto bella e sono proprio tanti i monumenti ed i personaggi, soprattutto in campo letterario, che hanno dato lustro e reso famosa Salamanca e che meritano un incontro diretto e personale quale imprescindibile cibo per la mente e per lo spirito.

Per saperne di più:

Per raggiungere Salamanca si può viaggiare con  voli  low cost dall’Italia su Madrid e dall’aeroporto in metropolitana si può arrivare al terminal dei bus dove è possibile utilizzare la compagnia  Auto-Res (sito http://www.avanzabus.com/web/default.aspx).

Per informazioni turistiche:
http://www.spain.info/it/

 

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